Minimalia: Geologia del Sito E Palle di Pietra

2018-03-05T20:38:26+00:00 05/03/2018|extra|0 Comments

In questi giorni abbiamo ritrovato fra le Pages del vecchio blog (argimosco.blogspot.it ) un post che Devins pubblicò con toni molto accesi, probabilmente perchè ancora scosso dalla scomparsa dell’amico Sandro Musco. Questo post pieno di rabbia e di amarezza – che in alcune parti abbiamo voluto censurare – mostra per l’ennesima volta come gli attenti studi  su Argimusco di Musco e Devins siano stati volutamente manipolati.

 

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Paul Devins 9 Marzo 2014

Ci hanno chiesto urgenti (e inopportuni) chiarimenti sul fenomeno delle palle di pietra presenti sul sito. Trattasi, invero, di un fenomeno geologico non ancora spiegato e da noi quasi mai citato, attese altre ben più significative circostanze di ordine storiografico, documentale e storico-scientifico sul tema. Richiesta, dicevamo, inopportuna. Abbiamo spiegato che non era il caso all’indomani del lutto per la scomparsa del nostro amico Sandro Musco. […]. Pur non avendo il tempo di condurre le verifiche del caso e solo per il rispetto dovuto al professore non mandiamo a quel paese dette, peraltro, cortesi insistenze, ma abbozziamo una veloce risposta, per come segue. La presenza di tali palle, avevamo già ipotizzato due anni fa, nella prima edizione dell’Argimusco Decoded, avrebbe potuto avere richiamato le attenzioni di Arnau de Vilanova causa la pregnanza simbolica del richiamo speculare tra palla di pietra e uovo filosofale (pietra filosofale). Ci dicono che […]avrebbero preso alla lettera il concetto, forse per incapacità di comprensione del termine “simbolo alchemico” . Ricordiamo che nell’alchimia il simbolismo era tutto. Rimandiamo gli eventuali interessati ad approfondimenti al capitolo “Una foresta di simboli”. Ci limitiamo qui a riportare qualche altro passaggio del nostro testo: “…in greco la voce sun-bolè designa l’atto del congiungere mentre la voce affine ‘sun-bolon’ iindica l’accordo e quindi il segno, il contrassegno. Entrambe le parole constano di due elementi: il primo il prefisso sun (in latino cum) indica solo la congiunzione, il secondo designa il carattere di questa congiunzione. Bolè e Bolos indicano lo scagliare, il gettare; sono voci connesse al verbo Ballo che indica l’azione di scagliare, colpire, lanciare. Il verbo greco sun-ballo (riunisco) e quindi la voce greca perfettamente analoga sun- bolon (simbolo) designano dunque l’atto della riunione mentre la sintesi (sun-thesis) indica il risultato di tale azione, il fatto compiuto. Al carattere dinamico del simbolo si contrappone il carattere statico della sintesi. Quanto all’effetto dell’azione il verbo ‘sun-ballo  (riunisco) si contrappone al verbo dia-ballo (disunisco, avverso); corrispondentemente il sun-bolon è il contrapposto del diavolo (dia-bolos,trasversale, avversario); e si presenta filologicamente spontanea l’attribuzione di virtù dinamiche e magiche ai simboli per vincere le opposizioni diaboliche. E come il simbolo conduce alla sintesi, il suo opposto, il diavolo, è quanto conduce all’opposto della sintesi e cioè all’analisi; l’anailusis, infatti, è lo scioglimento, la soluzione, il dissolvimento, la morte….”.

Per quanto riguarda il tema specifico delle palle, tema che, al di là del fastidio causatoci, è in toto irrilevante rispetto al nostro studio, di seguito riportiamo un’illustrazione delle varie tesi geologiche sul tema, tesi già esposte nel 2012, a pag. 187 della prima edizione.

 

 

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GEOLOGIA DEL SITO E PALLE DI PIETRA (TRATTO DA ARGIMUSCO DECODED prima edizione)

“La località dell’Argimusco è sita in una zona interessata dal sistema Calabro-Peloritano: in sintesi è una prosecuzione del vecchio basamento ercinico europeo (ovviamente arenarie antiche incassanti e vecchi pluoni ercinici) di cui è fatta la Calabria, che si spinge fino a questa zona messinese della Sicilia. La Calabria è una microplacca fatta di una serie di antichi frammenti continentali di origine europea via via uniti tra loro e ruotati insieme al sistema sardo-corso da 30 milioni di anni fa ed incassatisi nell’attuale

Calabria-messinese. I graniti presenti sul sito potrebbero essere più recenti ed inquadrati in un quadro geodinamico di subduzione di crosta oceanica sotto l’arco appunto calabro-peloritano (e la passa un limite di vecchia avanfossa subduttiva pre-appenninica), dando origine ad un magmatismo acido calcalcalino da cui i graniti quindi potrebbero esserre recenti o più vecchi.

Non è, invece, sicura la esatta origine delle palle di pietra. Le palle hanno un colore in contrasto dentro- fuori. Forse, si tratta di lapilli e/o massi magmatici alterati superficialmente con possibili sviluppi di patine- croste ad ossidi di Mn e caduto nel bacino sedimentario (con infatti ai bordi strutture increspate da carico). Queste “sfere di pietra” sono tutte arenarie, all’apparenza identiche alle altre. Le dimensioni sono spesso decimetriche, ma a volte sfiorano a volte il metro.

Un’altra ipotesi sull’origine delle palle di pietra, giacchè fatte di arenaria, è che si tratti di olistolite. Ovvero, un blocco dello stesso materiale anche plurimetrico caduto nel bacino sedimentario sempre con strutture increspate da carico a seguito di un fenomeno franoso sottomarino in zone di pendio-scarpata del vecchio bacino sedimentario. Se le controimpronte da carico non ci sono, si può pensare ad una struttura diagenetica, ovvero secondaria, formatasi nel sedimento stesso mentre litificava. In seguito a flussi concrezionari circolanti in ambiente superficiale e questo potrebbe anche spiegare le patine ad incrostazioni da accumulo secondario degli ossidi a Mn”.

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Questo é quanto scrivevamo sul tema geologico e non dei simboli, argomento che comprendiamo non essere di facile masticabilità. Ci fermiamo qui. Satis est me maerere pro omnibus. 

 

PS Morto Sandro, chiudiamo ogni rapporto epistolare tanto sui social networks, quanto sui blogs. Abbiamo già dato…

P.D.

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Oggi ricorrono esattamente quattro anni dalla scomparsa del Prof. Sandro Musco, uno dei più grandi storici del Medioevo che ha asseverato le teorie di Devins su Argimusco. Non aggiungiamo altro.

E.D.

 

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